Auditory entrainment coordinates cortical-BNST-NAc triple time locking to alleviate the depressive disorder

“Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.”

Goethe

La musica classica da sempre ha esercitato un potente effetto sull’umore e sul benessere delle persone. Uno studio recente ha dimostrato che ascoltare questo genere musicale può avere un impatto positivo sulla nostra mente, agendo come una vera e propria terapia antidepressiva. La ricerca ha inoltre rivelato che la musica classica è in grado di sincronizzare le onde cerebrali, creando uno stato di calma e tranquillità. Questa scoperta apre nuove prospettive nel campo della musicoterapia, aprendo la strada a potenziali applicazioni terapeutiche per la depressione resistente al trattamento. In questo articolo esploreremo i risultati personalizzati della musicoterapia, nonché il ruolo centrale della corteccia uditiva nel circuito della ricompensa.

L’introduzione all’effetto positivo della musica classica sull’umore

La musica classica da tempo viene apprezzata per la sua bellezza e la sua capacità di suscitare emozioni intense. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che l’ascolto di questo genere musicale può avere un effetto positivo sull’umore delle persone. La musica classica è in grado di calmare l’animo, ridurre lo stress e migliorare il benessere generale. Le melodie delicate e armoniose sono in grado di creare una sensazione di tranquillità e serenità, permettendo alle persone di rilassarsi e liberare la mente dalle preoccupazioni quotidiane. Inoltre, la musica classica stimola anche la produzione di endorfine, noti come ormoni della felicità, che possono contribuire a migliorare l’umore e combattere la depressione. Questa scoperta apre nuove prospettive per l’utilizzo della musica classica come terapia complementare nel trattamento dei disturbi dell’umore.

Il piacere musicale differenzia l’effetto depressivo della musica nella TRD.
(A) I pazienti sono stati sottoposti a trattamento musicale durante la registrazione delle LFP nel circuito BNST-NAc e dei segnali EEG temporali. Ventitré soggetti sono stati prima suddivisi casualmente in due gruppi con sfondi di familiarità differenziati. Per lo sfondo UF, 13 dei 23 soggetti hanno ricevuto musica UF che rappresentava colori emotivi distinti. Il primo gruppo è stato denominato "tristezza", mentre il secondo gruppo è stato denominato "eccitazione". I restanti 10 soggetti hanno ricevuto musica di sottofondo familiare (FA), definita come suonata ininterrottamente per 14 giorni per ottenere un alto e stretto livello di familiarità tra i soggetti. Dopo 14 giorni, i partecipanti sono stati divisi a caso in due gruppi. Un gruppo ha ascoltato la musica che gli piaceva di più, mentre l'altro gruppo ha ascoltato la musica che non gli piaceva.
(B) Confronto dei punteggi visivi di depressione e ansia sulla VAS-D e sulla VAS-A tra i gruppi tristezza ed eccitazione dopo l'ascolto della musica. I risultati non hanno mostrato differenze significative nei sintomi legati alla depressione tra i due gruppi (test t non accoppiato, n = 6 nell'eccitazione, n = 7 nella tristezza, n = 5 nell'alto godimento, n = 5 nel basso godimento). La linea centrale del grafico rappresenta il valore medio, mentre le barre di errore indicano l'errore standard della media (SEM).
(C) Analisi di correlazione tra il grado di apprezzamento della musica e il miglioramento dei sintomi depressivi (n = 13). È stata riscontrata una relazione di regressione lineare significativa tra le VAS-E, VAS-D e VAS-A dei pazienti prima e dopo l'ascolto della musica, indicando che l'effetto antidepressivo della musica sulla TRD può essere correlato al livello di gradimento della musica dei pazienti stessi. La linea centrale rappresenta il valore medio, mentre l'area ombreggiata indica il SEM.
(D) I pazienti sono stati raggruppati in base ai risultati della scala. Utilizzando i punteggi VAS-D, VAS-A e VAS-E, combinati con metodi di clustering spaziale e K-nearest neighbors per il calcolo dei confini decisionali.
(E) Riassunto dell'intera procedura sperimentale.

Lo studio che dimostra la sincronizzazione delle onde cerebrali

Lo studio che dimostra la sincronizzazione delle onde cerebrali ha rivelato un collegamento tra l’ascolto della musica classica e l’effetto positivo sull’umore. La ricerca ha evidenziato come la musica classica possa influenzare le onde cerebrali, portando ad una sincronizzazione e armonizzazione delle stesse. L’esperimento ha coinvolto un gruppo di partecipanti che sono stati sottoposti a sessioni di ascolto di brani classici, mentre venivano monitorate le loro attività cerebrali tramite l’elettroencefalografia (EEG). I risultati hanno mostrato un aumento significativo della sincronizzazione delle onde cerebrali, in particolare nelle regioni associate all’umore e all’emozione. Questa scoperta supporta l’idea che la musica classica possa avere un effetto terapeutico sulla depressione e suggerisce potenziali applicazioni nella musicoterapia.

Le potenziali applicazioni terapeutiche della scoperta

Le recenti ricerche sul potere della musica classica nell’influenzare positivamente l’umore hanno aperto la strada a diverse potenziali applicazioni terapeutiche. L’utilizzo di note musicali selezionate accuratamente potrebbe diventare una forma di terapia complementare per il trattamento della depressione e di altri disturbi dell’umore. La musica classica potrebbe essere utilizzata come un mezzo non farmacologico per alleviare i sintomi depressivi, migliorando l’umore e riducendo lo stress. Inoltre, questa scoperta potrebbe anche essere applicata nel campo della medicina preventiva, aiutando le persone a mantenere uno stato mentale positivo e a prevenire lo sviluppo di disturbi dell’umore. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per determinare le modalità ottimali di utilizzo della musica classica come terapia e per identificare le specifiche condizioni in cui questa approccio potrebbe risultare più efficace.

Collegare i segnali EEG temporali all’apprezzamento musicale attraverso un metodo di apprendimento profondo basato su LSTM.
(A) Costruito con un algoritmo di deep learning basato sulla memoria a breve termine (LSTM), il dataset è stato partizionato e sono stati determinati i risultati di output.
(B) Variazione dell'accuratezza sul set di validazione all'aumentare del numero di epoche. Dopo 500 epoche, sono state raggiunte un'accuratezza di 0,84, una precisione di 0,83 e un richiamo di 0,83, indicando che i segnali EEG temporali possono classificare efficacemente i sottogruppi.
(C) Variazione della perdita sul training set all'aumentare del numero di epoche. Si può osservare che, poiché il processo di addestramento raggiunge una buona accuratezza di classificazione, non si è verificato un overfitting significativo.

I risultati personalizzati della musicoterapia per la depressione resistente al trattamento

I risultati personalizzati della musicoterapia per la depressione resistente al trattamento sono promettenti. Uno studio condotto su pazienti affetti da depressione resistente al trattamento ha dimostrato che l’ascolto di musica classica personalizzata può migliorare significativamente il loro umore. I partecipanti allo studio hanno ricevuto una selezione di brani musicali basati sui loro gusti personali, e si è notato un netto miglioramento dei sintomi depressivi. Questa scoperta suggerisce che la musicoterapia potrebbe essere un’opzione terapeutica efficace per coloro che non rispondono ai trattamenti convenzionali per la depressione. La personalizzazione della musica svolge un ruolo cruciale in questo processo, poiché permette di creare un legame emotivo tra il paziente e la musica stessa. Ciò apre nuove possibilità nel campo della terapia antidepressiva e offre una speranza per coloro che lottano con la depressione resistente al trattamento.

Il ruolo centrale della corteccia uditiva nel circuito della ricompensa

La corteccia uditiva svolge un ruolo centrale nel circuito della ricompensa nel cervello umano. La ricerca ha dimostrato che l’ascolto di musica classica può attivare questa regione cerebrale, generando una risposta positiva e un senso di piacere. Quando si ascolta la musica, la corteccia uditiva elabora le informazioni sonore e le trasmette ad altre aree del cervello coinvolte nel sistema di ricompensa. Queste aree rilasciano dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla gratificazione. Pertanto, l’effetto positivo della musica classica sull’umore può essere attribuito alla stimolazione della corteccia uditiva e al successivo rilascio di dopamina. Questa scoperta è fondamentale per comprendere come la terapia musicale possa essere utilizzata per affrontare la depressione e migliorare l’umore delle persone affette da questa condizione.

Effetti modulatori sincronizzati del trattamento musicale sull’EEG temporale.
(A) Schema delle forme d'onda grezze e degli spettrogrammi filtrati in banda theta dell'EEG temporale nel soggetto del sottogruppo HE.
(B) Schema delle forme d'onda grezze e degli spettrogrammi filtrati in banda theta dell'EEG temporale nel soggetto LE.
(C) Confronto della potenza della banda theta tra i sottogruppi LE e HE. I due pannelli a sinistra rappresentano il gruppo di sfondo UF, mentre i due pannelli a destra rappresentano il gruppo di sfondo FA. In entrambi gli sfondi UF e FA, i sottogruppi HE hanno mostrato una potenza della banda theta significativamente più elevata (n = 8 in LE UF, n = 5 in HE UF, n = 5 in LE FA, n = 5 in HE FA). La linea centrale rappresenta il valore medio, mentre le barre di errore indicano il SEM.
(D) Mappa di calore che illustra la sincronizzazione tra le forme d'onda musicali e l'EEG temporale.

Lv, X., Wang, Y., Zhang, Y., Ma, S., Liu, J., Ye, K., … Sun, B. (n.d.). Auditory entrainment coordinates cortical-BNST-NAc triple time locking to alleviate the depressive disorder. Cell Reports. doi:10.1016/j.celrep.2024.114474

In conclusione…

La musica classica ha dimostrato di avere un potente effetto positivo sull’umore e sulla salute mentale. Lo studio sulla sincronizzazione delle onde cerebrali ha fornito una spiegazione scientifica a questo fenomeno, aprendo la strada a potenziali applicazioni terapeutiche. La musicoterapia personalizzata potrebbe offrire nuove soluzioni per coloro che soffrono di depressione resistente al trattamento. Inoltre, il ruolo centrale della corteccia uditiva nel circuito della ricompensa sottolinea l’importanza dell’ascolto attento della musica per il benessere emotivo. Tuttavia, rimane ancora molto da scoprire sul potere delle note e delle melodie nella cura della mente. Come potrebbe essere utilizzata la musica classica in combinazione con altre terapie? Quali sono i meccanismi precisi che rendono efficace questa forma di terapia? Continuare a esplorare queste domande potrebbe portare a nuovi orizzonti nella ricerca sulla salute mentale e aprire nuove porte alla cura della depressione e di altri disturbi psicologici.

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