Una valle frazionata e suddivisa anche nella connessione ad internet. I sistemi Cloud quali soluzioni al problema.
PSTN (Public Switched Telephone Network, ovvero la prima connessione con la vecchia linea telefonica di casa), ISDN (Integrated Services Digital Network, un primo format di connessione a due canali digitali), ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line, linea digitale asimmetrica)… Nel 2022 possono sembrare termini desueti, ma in Valle Camonica sono ancora i principali strumenti per l’accesso alla rete Internet.
Il Digital Divide o divario digitale rappresenta un enorme problematica a livello camuno e colpisce sia privati che aziende in base alla loro posizione geografica; nonostante sia di poco conto l’avvicinamento alle zone del sebino e del bresciano.
Nel nostro paese esiste una “Strategia nazionale per la banda ultra larga” il cui obiettivo è quello di sviluppare una rete a banda ultra larga in Italia, consentendo un’accelerazione verso la transizione digitale del nostro Paese in linea con gli obiettivi europei contenuti nel Digital Compass (percorso verso un’Europa digitale, autonoma e responsabile entro il 2030).
E’ semplice intuire come debbano essere sempre dei canoni impositivi europei a dare spinta alla nostra nazione per adeguarsi al resto del mondo moderno e tecnologico.
Ma nonostante il tempo passi e vengano spese sempre più parole, questo avanzamento tecnologico non avviene, e la rete digitale camuna rimane in un’epoca preistorica; forse gli antichi petroglifi degli antichi camuni erano più efficienti.
Navigando su bandaultralarga.italia.it, il sito dedicato al Piano Strategico, possiamo osservare come la nostra valle sembri un intricato puzzle colorato; ma le colorazioni purtroppo si riferiscono principalmente a fasi di progettazione, a cantieri non ancora iniziati, in pratica la conferma che il divide tende ad aumentare più che ridursi.
Ma un’azienda come può digitalmente sopravvivere a questo problema? Esistono soluzioni wireless o satellitari che consentono di lenire la problematica, ma non possono essere considerate definitive. Sicuramente offrono una “finestra” per affacciarsi sulla rete in maniera più veloce e performante delle vecchie tecnologie, ma soffrono di altri disturbi (ad esempio eventi atmosferici) che ne possono ridurre la velocità o addirittura interrompere il flusso dei dati.
In queste condizioni è possibile allestire un datacenter aziendale (organizzazione aziendale che coordina e mantiene le apparecchiature ed i servizi di gestione dei dati)? Ovviamente la risposta è negativa, in quanto i servizi offerti soffrirebbero della pessima connettività.
In aiuto da qualche anno giungono però i sistemi in Cloud, ovvero servizi esterni operanti in maniera dislocata rispetto all’azienda.
I sistemi Cloud si possono suddividere in tre diverse categorie: SaaS (Software as Service) ove i programmi sono installati e funzionano su macchine dedicate esterne alla propria rete, PaaS (Platform as Service) dove un’intera piattaforma è disponibile esternamente e IaaS (Infrastructure as a Service) dove il sistema è un’intera infrastruttura con possibilità di modulazione delle necessità in chiave hardware.
Tutto quanto è necessario può essere operabile ed eseguibile tramite Cloud, dal centralino telefonico per il VoIP (Voice over IP) alle più complesse applicazioni di calcolo.
Per operare con questi sistemi esterni esistono principalmente tre provider (aziende di servizi) che consentono la creazione e la personalizzazione di ambienti: AWS (Amazon Web Services), Google Cloud Platform e Azure di Microsoft. L’offerta si differenzia tra i tre provider per quanto riguarda particolari esigenze del cliente, ma tutte offrono la possibilità di poter sempre operare anche quando la propria connettività svanisce nel nulla.
Un ulteriore vantaggio offerto dal Cloud consiste nell’estrema personalizzazione del servizio richiesto: della macchina che dovrà ospitarlo (in chiave Hardware), alla gestione delle utenze, al range temporale di funzionamento, ecc… Questa estrema e pignola fase di personalizzazione consente di abbattere i costi, con la possibilità sempre disponibile di rimodulazione.
Da tempo si parla di futuro in Cloud, e viste le necessità che emergono sempre più a gran voce dal mondo imprenditoriale, sarebbe un’occasione persa non sfruttarlo nel pieno delle sue attuali potenzialità.